SMART WORKING – NUOVE MODALITA’ DI UTILIZZO

Il Presidente del Consiglio dei ministri con il Decreto del 1° marzo 2020,  per far fronte all’emergenza sanitaria causata dal COVID-19  (coronavirus) ed incentivare il ricorso allo smart working  al fine di  limitare il contagio, ha stabilito che, fino al prossimo 31 luglio, lo smart working può essere attivato anche senza accordo individuale con il lavoratore previsto dalla legge 81/2017 e quindi unilateralmente dal datore di lavoro.

Dunque, anche a fronte delle raccomandazioni che invitano a ridurre le occasioni di contatto fisico tra le persone, le aziende possono decidere di far lavorare i dipendenti fuori dall’azienda. In questi giorni si dà per scontato che il luogo alternativo sia l’abitazione, tuttavia la normativa sul lavoro agile lascia la possibilità di individuare altre sedi alternative in cui svolgere l’attività.

Smart working: che cos’è e come funziona

Il c.d. smart working o lavoro agile (artt. 18-23 L. 81/2017) rappresenta una particolare forma di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato finalizzato a favorire una maggiore flessibilità e produttività individuale nonché un risparmio di spesa per le aziende: si pensi ad esempio ai risparmi legati alle spese energetiche per l’illuminazione dei locali, alla climatizzazione estiva e invernale, alla gestione delle mense aziendali, alla pulizia ecc…

Le caratteristiche principali che differenziano lo svolgimento del lavoro in smart working rispetto al lavoro “tradizionale” sono le seguenti:

  • il luogo di lavoro può essere all’esterno dei locali aziendali, ad esempio, ma non solo,  l’abitazione;
  • le ore di lavoro possono essere svolte anche non in coincidenza con gli orari di apertura aziendali;
  • la  modalità di svolgimento del rapporto di lavoro può avvenire, ove possibile,  tramite tutte le moderne tecnologie digitali quali ad esempio: connessioni in remoto, video-conferenze, e-mail ..

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